Sebbene nell’immaginario comune il titanio sia spesso collegato al suo naturale colore grigio, in pochi sanno che questo materiale, quando trattato a dovere, può dare vita a colorazioni e cromature uniche.
Ma come si colora il titanio?
Una delle tecniche più efficaci è sicuramente l’anodizzazione.
L’anodizzazione di un pezzo di metallo aiuta a proteggerlo dalla corrosione e fu usata per la prima volta nel 1923 per proteggere le parti degli idrovolanti che erano costantemente esposte all’acqua salata; questo perché l’anodizzazione aumenta anche la resistenza all’usura dei metalli.
L’anodizzazione del titanio è un processo completamente biocompatibile ed è comunemente usato per la colorazione di impianti ortopedici, impianti dentali, componenti di dispositivi medici, strumenti medici e, ovviamente, viene usato dalle aziende di gioielleria che usano questo processo per creare vere e proprie opere d’arte da indossare.
L’anodizzazione del titanio infatti può generare una vasta gamma di colori senza applicare tinture organiche o rivestimenti artificiali sulla superficie del metallo.
Questo processo elettrolitico manipola leggermente lo strato di ossido nativo del titanio e il colore che si forma dipende dallo spessore dell’ossido stesso (questo è controllato dalla tensione di anodizzazione).
L’interferenza della luce che si riflette sullo strato di ossido con la luce che effettivamente viaggia attraverso detto strato e che si riflette sul metallo sottostante, è ciò che determina il colore finale che vediamo.
Rame, oro, verde, viola, fucsia e giallo, blu, rosso sono solo alcuni dei colori che è possibile ottenere grazie all’anodizzazione.
Altro grande vantaggio della colorazione del titanio tramite anodizzazione è che il risultato finale non cambia, sbiadisce o perde colore nel tempo.